Troppo bello per essere vero

Riccardo Prodam sostiene di aver inventato un caschetto ed un software in grado di interpretare con elevata accuratezza i pensieri dei pazienti colpiti da ictus, di nome Dreambrain. Non ritengo però che siano state esibite prove sufficienti per accettare questi risultati, e in questo post vorrei esporre in dettaglio cosa non mi convince.

La mia opinione è, a quanto pare, di minoranza. Infatti il team di Riccardo Prodam è risultato vincitore di 20mila € nella competizione "Start Cup Piemonte". Prodam stesso si è guadagnato una copertina sull'edizione italiana di Wired, è apparso a Uno Mattina e sarà inoltre relatore al rep2012.

Le mie perplessità derivano in parte dalle affermazioni e dalle immagini postate su Facebook. Da studente di matematica formule e grafici mi lasciano indifferente se dietro di essi non riesco a scorgere un ragionamento solido. Ad esempio dubito che una particolare superficie di Riemann presa da Wikipedia sia usata "per studiare le traiettorie del pensiero", come invece sostenuto da Prodam su Facebook. Difficile anche sostenere che un diagramma tratto da un famoso articolo di Milnor possa essere rilevante; se lo fosse, andrebbe motivato.

Se dal punto di vista matematico non emerge niente di significativo, non c'è molto di positivo da dire per quanto riguarda i prototipi. Ad esempio lo stesso caschetto è in realtà prodotto da altri per applicazioni orientate al gioco. Non c'è niente di impressionante nel video che mostrerebbe il Dreambrain in azione: si tratta di uno slideshow di immagini. Allo stesso modo i vari screenshot della GUI o i render sono quello che sono: concept, non prodotti.

Inoltre con il passare del tempo le promesse si sono ingigantite. All'inizio veniva promessa Ermete, la "libreria matematica del Dreambrain", mai rilasciata. Dal Dreambrain siamo passati al Dreamglove, che permetterebbe di ridare l'uso degli arti a chi lo avesse perso. Ora invece siamo arrivati al Dreamworld, una maniera per condividere ricordi fra più persone. E, perché no, anche alla Dreamcar.

Di tutto ciò non esiste altra prova che quelle che ho linkato. Mi permetto quindi di essere scettico: dopotutto, come diceva Carl Sagan, "Extraordinary claims require extraordinary evidence".