Cargo Cult Science

Questo post è una traduzione e un adattamento di "Cargo Cult Science", il discorso tenuto da Richard Feynman per l'inaugurazione dell'anno accademico del Caltech nel 1974.

Durante il medioevo avevano ogni sorta di idee bislacche, come il fatto che un pezzo del corno di un rinoceronte aumentasse la potenza sessuale [...]. Poi fu scoperto un metodo per discriminare fra le idee, cioè provare a vedere se funzionassero e, se non lo facevano, scartarle. Questo metodo si è via via strutturato fino a diventare la scienza. E si è sviluppato talmente bene che oggi possiamo dirci nell'era della scienza, tanto che abbiamo difficoltà a capire come possano essere mai esistiti gli stregoni, visto che poco o nulla di quello che proponevano funzionava.

Eppure persino oggi incontro persone che prima o poi mi coinvolgono in una conversazione su UFO, astrologia, qualche forma di misticismo, coscienza espansa, nuovi tipi di consapevolezza, percezione extrasensoriale e così via. E ho capito che non viviamo in un mondo scientifico.

La maggior parte delle persone crede in così tante cose meravigliose che ho deciso di investigare perché lo facciano. E quella che alcuni chiamano la mia curiosità naturale mi ha portato nel difficile stato in cui ho trovato così tanta spazzatura di cui parlare da non poterlo fare in questo discorso. Ne sono sopraffatto. Prima ho cominciato studiando varie idee relative al misticismo e alle esperienze mistiche. Sono stato in vasche di deprivazione sensoriale [...] e ho avuto svariate ore di allucinazioni, perciò ne so qualcosa. Poi mi sono recato ad Esalen, focolaio di questo tipo di pensiero [...]. Fu allora che rimasi sopraffatto. Non avevo idea di quanto fosse esteso.

Per esempio sedevo in una sauna insieme ad un tizio e a una ragazza. Lui le disse: "Sto imparando a fare massaggi. Posso fare pratica su di te?", e lei acconsentì. Perciò la ragazza si sdraiò su un tavolo e lui cominciò dal piede, massaggiandole l'alluce. Poi si volse verso quella che probabilmente era la sua istruttrice e disse: "Sento una specie di incavo. È la ghiandola pituitaria?" Lei rispose che no, non era così che risultava al tatto. Io allora sbottai: "Sei ben lontano dalla pituitaria, amico!" ed entrambi si girarono a guardarmi — mi ero tradito. Lei mi disse: "Parliamo di riflessologia plantare". Perciò chiusi gli occhi e finsi di stare meditando.

Questo è solo un esempio delle cose che mi hanno sopraffatto. Ho indagato sulla percezione extrasensoriale, sui fenomeni paranormali e anche su Uri Geller, un uomo che sosteneva di essere in grado di piegare delle chiavi strofinandole con le dita. Perciò, sotto suo invito, mi sono recato alla sua camera d'albergo per vedere una dimostrazione di lettura delle mente e piegamento di chiavi. Non riuscì in alcun tentativo di lettura della mente [...]. Un mio assistente resse una chiave e Geller la strofinò, ma non accadde niente. Allora ci disse che sarebbe funzionato meglio sott'acqua, perciò potete immaginarci tutti in piedi in un bagno con l'acqua che scorreva, la chiave sotto il getto e lui che strofinava la chiave con il dito. Non accadde niente. Dunque non riuscii ad indagare su quel particolare fenomeno.

Ma poi mi misi a pensare: in cosa altro crediamo? [...] Perciò ho trovato credenze ancora più diffuse, come il fatto che sappiamo qualcosa su come educare. Esistono grandi scuole di pensiero su come insegnare la matematica o a leggere, ma, a ben vedere, i risultati dei test di comprensione continuano a calare [...] — sebbene usiamo proprio questi risultati per migliorare i metodi di insegnamento. Ecco un rimedio da stregone che non funziona. Dovremmo analizzarlo con più attenzione: come fanno a sapere che il proprio metodo dovrebbe funzionare? Un altro esempio è il modo in cui gestiamo le carceri. È ovvio che non abbiamo fatto alcun progresso — tanta teoria, ma nessun progresso — verso il ridurre il crimine tramite il corretto trattamento dei carcerati.

Eppure tutto ciò è ritenuto scientifico. Viene studiato. E penso che le persone comuni con idee di buonsenso siano intimidite da tutta questa pseudoscienza. Una maestra che abbia una buona idea su come insegnare a leggere ai propri alunni è costretta dal sistema scolastico a farlo in un altro modo — e magari è indotta a credere che il proprio metodo non sia necessariamente buono. Un genitore di ragazzacci, dopo aver provato ad inculcare loro un po' di disciplina, si sentirà in colpa per il resto della vita poiché non ha fatto "la cosa giusta" secondo gli esperti.

Dunque dovremmo analizzare con maggiore attenzione le teorie che non funzionano, e la scienza che in realtà non è scienza.

Ho provato a pensare a come espormi il più possibile a questo tipo di pensiero. Ho trovato il seguente modo: quando, durante un evento sociale, vi trovate in una conversazione in cui non vi dispiacerebbe l'arrivo di vostra moglie o della padrona di casa [...] allora potrete essere sicuri di star parlando di qualcosa di cui nessuno sa niente.

Con questo metodo ho scoperto qualche altro argomento di cui mi ero dimenticato — fra cui l'efficacia delle varie forme di psicoterapia. Perciò mi sono immerso fra i libri e tutto il resto, e dunque ho tanto da raccontare che non riesco proprio a farcela. Mi limiterò a solo qualche piccola cosa, e mi concentrerò sulle credenze maggiormente diffuse. Forse il prossimo anno tornerò a parlarne in una serie di conferenze. Ci vorrà molto tempo.

Penso che gli studi educativi e psicologici di cui ho parlato siano esempio di quella che chiamo Cargo Cult Science. Nei mari del sud esiste il cosiddetto Culto del Cargo. Durante la guerra le popolazioni indigene osservavano atterrare aerei con ricchi carichi, e vorrebbero che lo stesso succedesse oggi. Perciò si sono industriati nel costruire oggetti ad imitazione delle piste di atterraggio con tanto di fuochi lungo i lati, ed anche una capanna di legno in cui ci si sieda un uomo, il controllore, con due pezzi di legno sulla testa come se fossero delle cuffie e canne di bamboo come antenne, e ora aspettano che gli aerei atterrino. Stanno facendo tutto bene. La forma è perfetta. Sembra proprio identico a prima. Eppure non funziona. Nessun aereo atterra. E quindi chiamo questi studi Cargo Cult Science, perché apparentemente seguono tutti i precetti e le forme dell'indagine scientifica, tranne qualcosa di essenziale, perché gli aerei non atterrano.

Ora mi tocca spiegare che cosa manchi loro. Ma sarebbe almeno tanto difficile quanto spiegare agli indigeni delle isole del sud come organizzare le cose in modo da far arrivare ricchezza nella propria isola. Non è qualcosa di semplice come migliorare la forma delle proprie cuffie. Ma esiste una caratteristica che ho tipicamente notato essere assente nella Cargo Cult Science. È l'idea che tutti speriamo abbiate imparato studiando scienza a scuola — non la enunciamo mai esplicitamente, ma speriamo che la interpoliate da tutti gli esempi di indagine scientifica che facciamo. Penso dunque sia interessante renderla esplicita adesso. È una sorta di integrità, un principio del pensiero scientifico che corrisponde alla più totale onestà [...]. Ad esempio, se state svolgendo un esperimento dovreste riportare tutto quello che potenzialmente potrebbe invalidarlo — non solo quello che pensate di aver azzeccato: spiegazioni alternative per i vostri risultati, cose che pensate di aver escluso per via di qualche altro esperimento, come si è svolto il tutto — per essere certi che i vostri pari possano verificare che siano state effettivamente eliminate.

Dovrete dare ogni dettaglio di vostra conoscenza che possa mettere in dubbio la vostra interpretazione. Dovrete fare del vostro meglio per spiegare ogni errore, presunto e non. Se proponete una teoria, ad esempio, dovrete esporre tutti i fatti che la supportano insieme a quelli con cui è in disaccordo. Esiste anche un problema più sottile: quando mettete insieme più idee per formare una teoria complicata dovrete essere sicuri di spiegare non solo i fatti che in primo luogo vi hanno portato a ipotizzare quella teoria, ma anche qualche altro fatto.

Riassumendo: l'idea è provare a dare tutta l'informazione per aiutare gli altri a giudicare il valore del vostro contributo, non soltanto l'informazione a supporto della vostra visione o di quella contraria.

La maniera più semplice per illustrare questa idea è contrastarla, ad esempio, con la pubblicità. L'altra sera ho sentito che l'olio Wesson non si infiltra nei cibi. Beh, è vero. [...] Il fatto che dovrebbe essere aggiunto alla pubblicità è che nessun olio si infiltra nei cibi, se adoperato a una certa temperatura. A una particolare temperatura tutti lo faranno — incluso l'olio Wesson. [...]

Esperienza insegna che la verità verrà a galla. Altri scienzati ripeteranno i vostri esperimenti e determineranno se avevate ragione o torto. I fenomeni naturali appoggeranno o smentiranno le vostre intuizioni. Inoltre, sebbene potreste ottenere della fama temporanea, non otterrete una buona reputazione come scienziato se non avrete esercitato la dovuta cautela. È questa particolare integrità a mancare in gran parte nella ricerca della Cargo Cult Science.

[...]

L'esperienza ci ha insegnato parecchio sui modi in cui ci inganniamo da soli. Un esempio su tutti: Millikan misurò la carica dell'elettrone in un esperimento in cui faceva cadere gocce di olio, ottenendo una risposta che oggi sappiamo essere non particolarmente esatta. Il risultato era sbagliato perché usò un valore errato per la viscosità dell'aria. È interessante osservare la storia delle misure della carica dell'elettrone dall'esperimento di Millikan. Disegnandole in funzione del tempo troverete una misura un po' più grande di quella di Millikan, poi una ancora un poco più grande e così via, fino a stabilizzarsi su un valore inequivocabilmente più grande.

Come mai non scoprirono subito che il valore giusto era maggiore? Questa è una storia piuttosto imbarazzante per gli scienziati. È infatti chiaro che le cose siano andate così: chi otteneva un numero troppo alto rispetto a quello di Millikan pensava di aver sbagliato qualcosa, perciò a furia di cercare trovava qualcosa di sbagliato. Chi otteneva invece un numero più simile a quello di Millikan non si impegnava così tanto. In questo modo venivano eliminati i numeri troppo bizzarri [...]. Ai giorni nostri abbiamo imparato questo trucco, e non ci caschiamo più.

Ma questa lunga storia di come si impara a non ingannarsi da soli [...] è, mi dispiace dirlo, qualcosa che non abbiamo incluso in alcun corso di mia conoscenza. Speriamo soltanto che la abbiate assorbita per osmosi.

Il principio fondamentale è che non dovete trarvi in inganno da soli — eppure siete la persona più facile da ingannare. Prestateci attenzione. Fatto questo, è facile non trarre in inganno gli altri scienziati. Dovete soltanto essere normalmente onesti.

Vorrei anche aggiungere qualcosa che non è essenziale per la scienza ma è qualcosa in cui credo: non dovete ingannare l'uomo della strada quando parlate come scienziato. Non vi sto dicendo cosa fare quando tradite vostra moglie, la vostra ragazza o qualcosa del genere [...]. Sto parlando di quella particolare integrità ulteriore che consiste non solo nel non mentire, ma spingersi fino a mostrare com'è che potreste sbagliarvi quando parlate in qualità di scienziato. E questa è una nostra responsabilità come scienziati sicuramente verso altri scienziati ma anche, penso, verso l'uomo comune.

Ad esempio rimasi un po' sorpreso parlando con un amico che avrebbe parlato in radio. Lui si occupava di astronomia e cosmologia, e si chiedeva cosa avrebbe detto se gli avessero chiesto le ricadute pratiche del proprio lavoro. Dissi: "Beh, nessuna". Lui rispose che allora non avrebbe saputo giustificare perché dovesse ottenere finanziamenti. Penso che questo sia in qualche modo disonesto. Se stai parlando in qualità di scienzato hai il dovere di spiegare all'uomo della strada che cosa tu stia facendo — e se di conseguenza non vogliono più supportarvi economicamente è loro diritto decidere.

Un altro esempio è il seguente: se decidete di mettere alla prova una teoria, o volete illustrare una vostra idea, dovrete decidere di pubblicarla a a prescindere dal risultato. Pubblicando soltanto risultati di un certo tipo staremmo mettendo in buona luce una certa teoria. Dobbiamo pubblicare entrambi i tipi di risultati. Un esempio, anche questo dal mondo della pubblicità: supponiamo che una certa marca di sigarette abbia una certa proprietà, come un basso contenuto di nicotina. La compagnia afferma ovunque come questa sia una buona notizia — ma omettono di dire, ad esempio, che il contenuto di catrame è maggiore o che ci sia qualche altro problema con quelle sigarette. In altre parole, la probabilità di essere pubblicati dipende dalla risposta che date. Questo non dovrebbe accadere.

Sostengo che questo sia importante anche quando date certi tipi di consulenza ai politici. Supponiamo che un senatore vi chieda se scavare o meno un buco nel proprio stato, e voi decidiate che sia preferibile farlo in un altro stato. Non pubblicando un tale risultato mi pare che non stiate dando una consulenza scientifica. Vi stanno usando. Se la vostra risposta è allineata con quello che piace al politico di turno allora la useranno come argomentazione a proprio favore; altrimenti non ne parleranno proprio. Questa non è consulenza scientifica.

Altri tipi di errori sono più tipici della cattiva scienza. Durante la mia permanenza a Cornell parlavo spesso con i colleghi del dipartimento di psicologia. Una studentessa mi disse di voler fare un esperimento del genere: [...] altri avevano osservato che, sotto certe circostanze X, i ratti facevano A. Lei desiderava sapere se, nelle circostanze Y, i ratti avrebbero comunque fatto A. Perciò lei propose di ripetere l'esperimento con le circostanze Y e vedere se si verificasse A.

Le spiegai che era prima necessario ripetere l'esperimento dell'altra persona nel proprio laboratorio, cioè vedere se nelle circostanze X ottenesse A, e poi modificare le circostanze in Y e vedere se A cambiasse. Solo così avrebbe saputo che l'unica vera differenza era la cosa che pensava fosse sotto il proprio controllo.

Lei tornò tutta galvanizzata dal proprio professore con questa nuova idea. Egli però le rispose che non poteva farlo, perché quell'esperimento era già stato fatto e avrebbe soltanto perso del tempo. Era circa il 1935, e allora la prassi negli esperimenti di psicologia era cambiare le ipotesi e vedere cosa succedesse.

Ai giorni nostri esiste sempre il pericolo che accade, anche nel celebre campo della fisica. Mi sconvolse sentire di un esperimento fatto nel grande acceleratore del National Accelerator Laboratory a base di deuterio. Per poter comparare i risultati con questo isotopo pesante dell'idrogeno con quelli del normale idrogeno si usarono i risultati dell'esperimento analogo effettuato su un diverso apparato. Quando chiesi spiegazioni mi venne risposto che non fu possibile ottenere l'uso dell'acceleratore perché non si sarebbe ottenuto alcun nuovo risultato. E dunque gli uomini a capo del NAL sono talmente ansiosi di ottenere nuovi risultati [...] che stanno (forse) distruggendo il valore degli esperimenti stessi, unica ragione per cui fu costruito l'acceleratore. Spesso gli scienziati del NAL hanno difficoltà a svolgere il proprio lavoro come integrità scientifica vorrebbe.

Tuttavia non tutti gli esperimenti in psicologia sono di questo tipo. Ad esempio sono stati svolti un sacco di esperimenti in cui venivano fatti correre dei ratti attraverso ogni sorta di labirinti — con risultati assai poco chiari. Ma nel 1937 un certo Young ne eseguì uno particolarmente interessante. Il suo labirinto consisteva di un lungo corridoio con da un lato porte da cui venivano i ratti, dall'altro porte dietro cui c'era del cibo. Egli voleva sapere se fosse possibile insegnare ai ratti a recarsi nella terza porta rispetto a quella da cui venivano fatti uscire. No. I ratti andavano immediatamente alla porta dietro cui avevano trovato il cibo la volta precedente.

Naturalmente la domanda era: come era possibile che i ratti si ricordassero della porta precedente, dato che il corridoio era così ben costruito e uniforme? Chiaramente qualcosa differenziava quella porta da tutte le altre. Perciò provò a ridipingere tutte le porte nel modo più uniforme possibile, di modo che fossero indistinguibili al tatto. Ma i ratti continuavano ad andare alla porta precedente. Allora pensò che forse i ratti sentissero l'odore del cibo, perciò cambiò chimicamente l'odore dopo ogni esperimento. Ma i ratti continuavano ad andare alla porta precedente. Allora sospettò che i ratti fossero in grado di riconoscere la propria posizione grazie alle luci del laboratorio [...]. Perciò coprì il labirinto, ma ancora una volta i ratti andavano alla porta precedente.

Finalmente capì che riconoscevano il suono del pavimento colpito dalle proprie zampette. Perciò risolse questo problema ricoprendo il corridoio di sabbia. Dunque provò ogni possibile indizio uno per uno e finalmente fu in grado di obbligare i ratti ad imparare ad andare alla terza porta da dove venivano fatti uscire. Se avesse lasciato perdere una qualunque delle condizioni i ratti sarebbero stati in grado di orientarsi.

Ora, da un punto di vista scientifico questo esperimento è un capolavoro. Questo esperimento rende rigoroso ogni altro esperimento sui ratti nei labirinti, perché chiarisce gli indizi davvero usati dai ratti, non quelli che ritenete stiano usando. Inoltre l'esperimento afferma esattamente quali siano le condizioni da imporre perché un tale esperimento sia interamente sotto controllo.

Sono andato a vedere come fu accettata tale ricerca. Il successivo esperimento e quello ancora dopo non citavano mai il lavoro di Young. Non usavano alcun accorgimento come la sabbia nel corridoio. Hanno semplicemente fatto correre dei ratti nel solito vecchio modo e hanno ignorato le grandi scoperte di Young, perché lui non scoprì qualcosa sui ratti. In effetti lui scoprì tutto quello che si deve fare per scoprire qualcosa sui ratti. Ma non prestare attenzione a esperimenti del genere è tipico della Cargo Cult Science.

Un altro esempio sono gli esperimenti di Rhine ed altri. Via via che varie persone criticavano tali esperimenti — fra cui loro stessi — hanno migliorato le tecniche in modo tale che i risultati sono diventati sempre più piccoli fino a sparire. Tutti i parapsicologi sono in attesa di un esperimento che possa essere [...] ripetuto statisticamente. Fanno correre un milione di topi — no, in questo caso sono persone — e ottengono un certo risultato. La volta successiva non lo ottengono più. E ora abbiamo un uomo che sostiene che sia irrilevante chiedere che un esperimento sia ripetibile. Questa è scienza?

[...]

E quindi vi auguro la buona fortuna di lavorare dove possiate mantenere l'integrità che ho sin qui descritto, e dove non vi troviate costretti a perderla pur di mantenere la vostra carica, i vostri finanziamenti e così via. Che possiate avere questa libertà. [...]